MOSTRA A LUBJANA - L’Italia scartata degli anni Ottanta - NUOVE IMMAGINI

 

 

Nell'ambito di TriesteFotografia. PCK espone a Lubjana una serie di fotografie e di propri quadri.

v42contemporary/sodobna – contemporary art gallery

Cesta v Rozno dolino V n. 42 – Ljubljana (Slovenia)

tel 0038.631759806

INAUGURAZIONE CON PRESENZA DELL'ARTISTA

Venerdì 18.09, ore 18.00

18.09_16.10 “L’Italia scartata degli anni Ottanta” di Paolo Cervi Kervischer

 

Ecco qui alcune delle immagini (ne ho collezionate a centinaia negli anni '80 e '90..), scartate  o  “rifiutate” che io chiamo recuperate o salvate o riciclate o.. (nel tempo le ho definite in vari modi..) ma che sono comunque un pezzo di “storia del paese” fatto dal mezzo più stupidamente obiettivo che conosciamo. 

Come manifestazioni sintomatiche di un vissuto collettivo altrimenti invisibile, queste immagini fanno emergere un altro punto di vista sulle cose, sulle persone e in definitiva su di noi. 

Muovono al riso e talvolta alla compassione. Mute ma eloquenti, nel loro “piccolo” per me valgono mille discorsi, mille ricordi..: è l' Italia rifiutata, non vista, ma è proprio “l'Italia che conta”..quella che “fa numero..”. E' l'Italia che vediamo adesso nel nostro quotidiano, disfacersi lentamente, addomesticata da imbonitori imboniti, da persuasori persuasi a loro volta. E' l'Italia della deriva: quella che deriva, appunto, da queste immagini che non a caso essa ha rifiutato ( o che non ha saputo) a suo  tempo vedere.

Paolo Cervi Kervischer, trieste 31 agosto 2009

 

Le immagini rifiutate e riciclate da PCK

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E' dal 1980 che  compero in alcuni negozi di fotografia di Trieste queste foto che non vengono acquistate da chi le ha fatte stampare.
Ciò è possibile perché una convenzione permette di non ritirare quelle foto che a giudizio del cliente e del venditore, non sarebbero state stampate se non fossero affidate, come sono, ad una macchina per la stampa automatica. Sono foto stampate dunque senza un intervento censorio di un addetto; la censura avviene dopo. Penso a quante foto, degne di questo interesse, sono state tralasciate in epoche passate…come se, per assurdo, tutto ciò ci fosse reso visibile da una Macchina Acritica; il mio intervento è anche quello di evitare il rifiuto e la rimozione di una me moria rivelataci da un “Obiettivo Assoluto” ( e quindi strappare alla distruzione, da parte di una macchina, ciò che la macchina ha creato; un intervento a difesa del “figlio” della macchina…
All’inizio della raccolta volevo giocare col concetto di proprietà/paternità della fotografia che trovavo e perciò stampavo un timbro che diceva “Foto ideata e realizzata da Paolo Cervi”. Con ciò facevo diventare “fotocamera-uomo” al mio servizio, l’inconsapevole autore del negativo. Ora lo tralascio.
La catena dei rifiuti del fotoamatore:
“Ho scattato ma non volevo…”; “in un momento sbagliato, su una pellicola scaduta, facendo un movimento errato”; “è stata fatta per errore ed è stata impressa e sviluppata per “insensibilità” alla foto “giusta” (sensibilità alla foto “stampabile” che appartiene, per principio, al titolare di un esercizio/studio fotografico), ma questa sensibilità diventa poi l’unica ad avere un senso in fotografia: quella della pellicola e della carta.
C’è comunque una vergogna ed un riserbo su queste immagini ma non assoluto: i legittimi non le acquistano per distruggerle o conservarle forse perché inconsciamente sanno di non esserne i destinatari; c’è qualcosa che ha a che fare con una “verità” che sfugge alla nostra volontà di testimonianza; dicono anche di un banale e colgono attimi di vita che non appartengono ai “salienti” per chi li vive. Non c’è enfasi indotte sono perciò giudicate indegne a rappresentare la “realtà”.
Perché non vengono acquistate se non perché escono da un’aspettativa, spiazzano, stonano,…svelano?, ed io, che pure lo faccio, come tutti, non inserisco le mie tra queste…non è lo stesso modo di guardarle se le ho scattate io; per assurdo non le vedo, o se le vedo mi dà fastidio l’averle viste: non so mai se le ho volute (visto che ne raccolgo di simili) o se sono realmente casuali, e nell’incertezza le escludo tutte.
Infine mi chiedo: “perché le raccolgo?”-“perché mi piacciono.” Alcune per l’ironia palese, altre per lo spiazzamento dovuto al colore, altre ancora per gli effetti di mosso, sovrapposto, sfocato o per sbagli di inquadratura; ma per me sono forse ancora più interessanti quelle prive di contenuto, quelle che in apparenza sono le meno comunicative. 
 
P.S. Pensieri raccolti durante il viaggio in treno TS-MI e MI-TS, già lungo di per sé, ma reso più spossante dall’elargizione di un’ora di ritardo concessa dalle FF.SS.
 
(Paolo Cervi, Appunti sul lavoro “Le fotografie rifiutate”, [1983] (AD 26))
 

Le immagini dell'evento

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