mostra curata da Federica Luser . Sala Umberto Veruda - Palazzo Costanzi, Trieste.
La mostra ha presentato un'accurata selezione di opere di Paolo Cervi Kervischer scelte tra quelle dipinte negli ultimi anni nonchè alcuni dipinti creati per l'occasione come "Odissea - Odi Ulisse" una tela di grandi dimensioni che sintetizza la poetica dell'artista ove più storie s'inseguono con la sovrapposizione di pezze dipinte, disegnate e scritte che, come in un collage, ricostruiscono un dialogo perfetto tra l'artista e il mondo che lo circonda, permettendogli di far convivere nella medesima composizione figurazione ed astrattismo, immagine e parola in una sintesi concettuale che è alla base della sua poetica.
E' il mito di Odisseo alla continua ricerca della sua dimensione, metafora di un'umanità che cerca di essere nel passo del tempo, con le sue incertezze e turbamenti.
La mostra è proseguita con alcune grandi tele che ricompongono la serie dei "Torsi", motivo ricorrente nella sua poetica che testimonia la sete e ansia di ricerca, ciclo quest'ultimo in cui alla citazione da Michelangelo si sovrappone l'idea sintetizzata del corpo, figure appena accennate messe a fuoco nella loro apparenza nella profondità dello spazio-fondo.
Sempre ombre però bianche quando rievocano il passato e nere quando Paolo Cervi Kervischer dipinge l'uomo contemporaneo, uomo che si fa ombra e ombra che sfugge alla figura e si sostituisce al corpo.
I "Volti" dallo sguardo intenso e taglio di grande particolarità poi sono i muti testimoni di questo mondo precario che vive nella condizione della non conoscenza.
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Oppure guarda le immagini:
Qui il link all'intervista realizzata da Viviana Novak.
E qui un bel contributo di Maria Luisa Runti.
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