PCK allo Stabile Sloveno

 
Inaugurazione sabato 21 ottobre 2006 / Performances: Topkapynewyork, h: 21.00, Corpi Vaganti Vacanti, h: 21.45.
 
Pck ripropone le due performance già presentate nella serata inaugurale del 21 ottobre e che rappresentano una naturale evoluzione sulla scena delle sue immagini pittoriche. In Topkapy NY un corpo riceve i colori della luce, in “Corpi Vaganti Vacanti” è il corpo a fare da schermo opaco. Le due performance si svolgono all’interno di una scena densa, come nel buio dello spazio ancestrale, con rimandi (tappeti con le impronte nere) alle dimensioni simboliche della religiosità contemporanea.
 
Topkapynewyork (pck/2002)
“corpi nella luce, corpi dell’eros, corpi dell’immaginario nel campo delle ombre: corpi vaganti vacanti..” pck. Performance: Anna Valli / testo: Mary Barbara Tolusso / lettura di Nikla Petruska Panizon.
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Corpi vacanti vaganti (pck/2006)
“Nel tempo della traversata, le membra compresse nello spazio della trasformazione come dopo un lungo viaggio. Nel guscio la materia prende corpo e lentamente riaffiora”. E.Z.
Performance: danza butoh di e con Eleonora Zenero / musiche: Jonas Lindgren e Doudou Ndiaye Rose. 

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Un altro goal dello Stabile Sloveno

di Maria Luisa Runti, NTWK Magazine

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… che il 21/10 ha inaugurato la mostra di P. Cervi Kervischer Corpi vaganti vacanti. Evento clou della serata, prima di poter ammirare le opere esposte, due preziose, quanto inconsuete (per Trieste) performances: Topkapynewyork, su testi di M. B. Tolusso, con A. Valli, lettura di N.P. Panizon e l’inedita Danza Butoh di e con E. Zenero, su musiche di J. Lindgren e D. N. Rose. Colpisce, al centro del foyeur, un antro cupo dal vago sapore di tenda berbera: tappeti sovrapposti sul pavimento, pareti vellutate, un panca ricoperta, al centro. Silenzio, buio, e… “Corpi nella luce, corpi dell’eros… corpi vaganti vacanti” iniziano a prender forma. Una calda luce bianca si posa su di una figura di donna nuda, sinuosamente distesa come la Maya di Goya. I versi scanditi dalla Panizon accompagnano in frenetico crescendo le diverse pose plastiche che, di volta in volta, assume il corpo in un progressivo deterioramento sia dell’esteriortà che degli stati d’animo: scultura in movimento, sino all’ultima drammatica postura della donna senza volto che quasi s’aggrappa al fondale.

Dopo breve intervallo con brindisi, M. Sosič presenta Cervi Kervischer con mirate e sentite riflessioni. La magia continua con la Danza Butoh della Zenero. Dalle viscere della terra affiora il corpo nudo che estrinseca la sua pesantezza in un continuo trasformarsi deformato nelle più fantastiche ombre pittoriche inserite nella scena. L’esile figura sprigiona forza e movenze dove donna, uomo e animali formano un magico caleidoscopio fino al raggiungimento della fugace luce per poi ripiombare in geometrie di morte. Il pathos esistenziale dell’essere in movimento si ripropone anche nelle numerose tele sulle pareti. In alcune, a “dittico”, la cupa immagine superiore quasi si sgretola sanguinante sulle membra e nel grembo femminino che lo attende. Intensi vibranti applausi che lasciano il segno. Apertura mostra fino al 31/12.

Il brivido dell'inquietudine

di Dejan Bozovic

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L'estetica del disagio o il malessere dell'umano (nei giorni nostri, oppure immutabile in tutti i tempi): questo un possibile sottotitolo per i "Corpi Vaganti Vacanti", l'evento ideato dall'artista triestino Paolo Cervi Kervischer. Corpi sulle sue opere esposte nella Hall del Teatro Stabile Sloveno, e poi quelli portati in scena nelle due performance che "mettono in relazione le culture di Oriente ed Occidente, cogliendo la dimensione unificante di una contemporaneità manipolata". La prima, "Topkapynewyork" è stata architettata nel 2002, sul testo "Colori" di Mary Barbara Tolusso. Ispirandosi alle modulazioni cromatiche, la poliedrica scrittrice compone un fugato in continuo crescendo, la cui polifonia deriva dall'elaborazione contrappuntistica dell'inquietudine, ribellione senza speranza rassegnazione senza serenità. In una lettura da brivido, Nikla Petruska Panizon rende plurima la propria voce, indovinando impeccabilmente la drammaturgia musicale di questa specie di breve oratorio. Le immagini poetiche di pungente tenerezza e asprezza inerme, Kervischer le trasforma nella poesia dell'immagine focalizzata sull'indifesa, immobile nudità - incarnata da Anna Valli - la cui luce intaglia un circondario opprimente e angoscioso. Condivide il titolo dell'intero evento la seconda performance, presentata in prima assoluta, una danza butoh (la particolare forma teatrale emersa in Giappone nel secondo dopo guerra), creata da Eleonora Zenero, sulle musiche di Jonas Lindgren e Doudou Ndiaye Rose. Tanto ipnotizzante nella comunicativa quanto ossessiva nell'articolazione, l'esibizione di una concentratissima e trascinante Zenero si rivela quale espressione di un autentico e travagliato Verklarung, ossia una trasfigurazione in cui si risolve il concetto ideale e formale dell'evento.

Allo Soveno fanno spettacolo le fantasie artistiche di un pittore

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Il perimetro della tela contiene (o forse trattiene) un soggetto pittorico. Oltre i suoi confini fluttuano le dimensioni che ne hanno provocato la concretizzazione, ossia le forme penetrate attraverso la soglia cosciente dell'interiorità dell'artista, le evoluzioni che elabora la sua mente, i suoi stati d'animo, i linguaggi espressivi che possono esprimerli.

Paolo Cervi Kervischer ha percepito la teatralità di questo processo e lo ha trasformato in performance per inaugurare la sua ultima personale, allestita nel foyer del Teatro Sloveno di Via Petronio, dove rimarrà fino al 30 novembre.

L'evento è piaciuto al pubblico, tanto da dover essere replicato. Ma questa volta sul palcoscenico, dopo la rappresentazione delle “Baccanti”. E la platea era nuovamente affollata. “Corpi nella luce, corpi nell'Eros, corpi nell'immaginario nel campo delle ombre: corpi vaganti vacanti...”, scrive l'artista sul manifesto della mostra. A loro ritorna, nel passaggio a ritroso che compie per evocare la metamorfosi con cui trasfigura la carnalità della modella in un profilo d'ombra, sottile diaframma verso un'entità femminile animata di una propria luce interiore.

Paolo Cervi Kervischer ne affida l'interpretazione in due eventi diversi, ad Anna Valli ed Eleonora Zenero. La prima, nella sezione “Topkapynewyork”, appare a intermittenze tra oscurità e lampi di luce, fra feritoie di silenzi e di parole, che hanno l'intensità poetica dei pensieri di Mary Barbara Tolusso, cui dà voce Nikla Petruska Panizon. Ad ogni fotogramma scenico mutano i lineamenti pittorici della modella inposa, e ogni cromatismo richiamato trascolora in stati dell'anima, vissuti sul quadro, sulla pagina.

Diventa poi musica nella partitura elettronica di Jonas Lindgren e Doudou Ndiaye Rose, per “Corpi Vaganti Vacanti”, complessa tessitura di suggestioni orientali e occidentali che vivifica il corpo femminile nel gioco d'ombra attraverso cui l'artista dà movimento alla sua materia, assorbendo vita e morte, aspetti luminosi e arcani d'ogni esistenza.

Le ombre nere dalla fisionomia umana tracciate su tappeti persiani sparsi a terra si animano nel corpo di Eleonora Zenero, incarnazione delle ombreggiature pittoriche. Le racconta attraverso il Butoh, una danza di origine giapponese in cui “con l'emozione di un gesto e sensazioni” colei che danza capta lo spazio e lo restituisce nelle movenze lente di una crisalide che tesse un bozzolo attorno a sé. La fisicità della modella-danzatrice si condensa in una tensione implosiva, da cui si schiudono improvvisi spasmi di energia e variazioni di equilibrio. “Nel guscio la materia prende corpo e lentamente raffiora”, come scrive la stessa Zenero.

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